Il ghetto di Roma

A Roma, è presente un vero e proprio tesoro nascosto. Visitare questo piccolo quartiere rappresenta un’esperienza culturale e religiosa, si trova tra il Tevere e Piazza Venezia, stiamo parlando del ghetto ebraico.

Il “nostro” ghetto è considerato tra i più antichi dell’occidente. Nel 1555 papa Paolo IV ordinò la sua edificazione, revocando tutti i diritti concessi agli ebrei romani e costringendoli a vivere all’interno di questo quartiere dotandolo originariamente di soli due accessi, uno per entrare e l’altro per uscire.

A quel tempo la vita per gli ebrei era davvero dura, sottoposti ogni giorni ad obblighi e divieti.

Il 16 ottobre 1943 i nazisti circondarono il quartiere portando via con se oltre 1.000 ebrei. Due giorni dopo furono caricato su di un treno merci diretto ad Auschwitz. 1023 ebrei romani furono deportati e solo 16 sopravvissero allo sterminio.

Nel 1949 il ghetto aveva assunto una nuova dimensione allargando sempre di più i propri confini, fino alla proclamazione della Repubblica Italiana con la “liberazione” e l’abolizione della segregazione.

Adesso passiamo a cosa visitare, partendo dalla Sinagoga detta anche Tempio Maggiore finita di costruire nel 1904, la base architettonica è di ispirazione assiro-babilonese. È un edificio di due piani a base quadrata sulla quale primeggia una imponente cupola. Da non dimenticare che, la Sinagoga, è un tempio e quindi è un luogo di preghiera, fulcro dell’attività religiosa e culturale della intera comunità ebraica. Nei sotterranei della Sinagoga hanno sede il museo di storia ebraico e il Tempio spagnolo. Piccola curiosità: la Sinagoga è visibile da ogni punto panoramico della città, questo la rende una delle icone simbolo di Roma.

Entrando nel ghetto, altra sosta importante è il Portico di Ottavia risalente al secolo a.C..
Passando dal Portico di Ottavia è possibile accedere al Teatro Marcello, conosciuto anche come il “piccolo Colosseo” struttura similare al Colosseo ma ben più piccola e di forma semicircolare rispetto al Colosseo di forma tonda.

All’interno del ghetto, da non perdere, è la fontana della tartarughe, una piccola perla costruita a fine del XVI secolo. Voluta dal duca Mattei con una pretesa particolare: doveva essere eretta in un solo giorno, per dimostrare la sua importanza, ordinò di edificarla di fronte la finestra del padre della sua amata. Le tartarughe sono state realizzate dal Bernini.

Ultima tappa importante è l’isola Tiberina, la più piccola isola abitata al mondo.

Il bello dei ghetto ebraico, oltre alle sue principali attrazioni, è dato dalla vita degli abitanti e dalle sue specialità culinarie.

La filosofia Kosher è alla base della cucina ebraica. Kosher non è altro che un’insieme di regole religiose sulle quale è basata la nutrizione degli ebrei osservanti. Kosher significa “consentito” per l’appunto.

Le specialità che potrete gustarvi tra le vie del ghetto sono il brodo di pesce, i famosissimi carciofi alla giudia (ma dovete aver la fortuna di essere a Roma nel mese di marzo), i filetti di baccalà e il pesce ripieno. Dal Portico d’Ottavia vedrete aprirsi di fronte a voi la via principale ricca di tanti ristoranti ognuno dei quali presenta la sua particolare specialità. Impossibile stilare una lista qualitativa perché sono tutti molto attenti a mantenere elevati gli standard della cucina ma ce ne sono alcuni, di ristoranti, degni di nota anche per la loro storicità: la Taverna del ghetto, Nonna Betta, Giggetto al portico d’Ottavia e Sora Margherita. Se siete amanti dei dolci consigliamo Boccione.

Come abbiamo scritto all’inizio dell’articolo, il ghetto è una vera e propria perla custodita nel cuore di Roma. Consigliamo a tutti di passarci, anche solo per una passeggiata, rimarrete rapiti dalla quiete che si respira tra i suoi vicoli magari noleggiando una bicicletta da Rome For You.